• Dinosauria: anatomical and ecological innovations along the avian lineage

    I dinosauri, dominatori della Terra per 230 milioni di anni, si distinguono per una straordinaria diversità biologica riscontrabile nelle abitudini alimentari, negli ambienti occupati e nelle dimensioni corporee, spaziando dal colibrì al Tyrannosaurus rex. Ricerche condotte da ormai due secoli hanno collegato i dinosauri agli uccelli, sollevando interrogativi sullo sviluppo di caratteristiche biologiche una volta considerate tipiche solo degli uccelli moderni.
    Il dibattito sull’origine di un elevato metabolismo capace di termoregolare indipendentemente dall’ambiente esterno, in contrapposizione a quanto presente in molti rettili odierni, affonda le radici nella concezione del termine “Dinosauria” proposta da Richard Owen nel XIX secolo. Nonostante gli sforzi di molti ricercatori, la sfida persiste a causa della scarsità di informazioni fossili, generando divergenze di opinione sull’evoluzione di questa caratteristica fisiologica.
    Recenti scoperte fossili, unite a progressi nelle metodologie filogenetiche e nelle scienze paleontologiche, suggeriscono un nuovo scenario sull’origine della biologia peculiare degli uccelli all’interno della linea evolutiva dei dinosauri, indicando un’evoluzione di queste caratteristiche ben prima di quanto comunemente si credesse…

    Ci parlerà di questa incredibile diversità, che vede come protagonisti tra i più iconici animali della storia della Vita, il Dottor Alessandro Chiarenza (Università di Vigo), lunedì 11 dicembre ore 10, presso l’auletta di Anatomia Comparata – Alma Mater Studiorum Università di Bologna (via Selmi 3).

    Ascesa e trionfo dei mammiferi – The Rise and Reign of the Mammals

    Dal tramonto del regno dei dinosauri fino a noi

    È una scena che abbiamo immaginato tutti: l’asteroide che solca il cielo con la sua coda in fiamme e si schianta al largo dell’odierno Messico, sollevando tsunami e una nube nera e densissima, lassù a oscurare il sole. Quando la polvere finalmente si posa, i dinosauri si sono estinti e i primi mammiferi possono sgattaiolare fuori dalle loro tane: la fine di un mondo, l’inizio di un altro. 
    Ma non è andata proprio così: in realtà all’epoca del meteorite i mammiferi esistevano già, e da tantissimo tempo.
    Steve Brusatte, dopo aver ricostruito Ascesa e caduta dei dinosauri, ci racconta da principio questa nuova epopea: più di 200 milioni di anni fa, quasi in contemporanea ai primi dinosauri, anche i mammiferi fecero la loro comparsa, sviluppando poi nell’arco di molte ere geologiche i loro tratti distintivi – olfatto e udito raffinati, folte pellicce a ricoprire il corpo, cervello grosso e intelligenza acuta, metabolismo a sangue caldo, arcata di denti peculiare e soprattutto ghiandole mammarie attraverso cui allattare i cuccioli. Ma non si tratta solo di questo: è grazie al fatto che i mammiferi si adattarono meglio alle nuove condizioni climatiche e geologiche che, proprio alla fine della storia meravigliosa raccontata in questo libro, alcuni di loro, molto simili alle scimmie antropomorfe di oggi, presero una strada evoluzionistica del tutto diversa dagli altri che li portò ancora più lontano. Così, Ascesa e trionfo dei mammiferi è anche il lungo e appassionante prologo di una storia che, in fin dei conti, è la nostra storia.

    Di questo e tanto altro ancora, il Prof. Brusatte ci parlerà durante due imperdibili eventi organizzati da APPI – Associazione Paleontologica Paleoartistica Italina:

    Giovedì 30 novembre ore 16,30

    Firenze presso Palazzo Marucelli Fenzi, Aula Magna 112, via San Gallo 10.

    L’evento è organizzato in collaborazione con il Sistema Museale d’Ateneo e il Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università degli Studi di Firenze.

    e

    Venerdì 1 dicembre ore 16,00

     a Roma, presso Aula Lucchesi del Dipartimento di Scienze della Terra, Sapienza Università di Roma, nell’ambito dell’assemblea annuale della Società Geologica Italiana.

    Entrambi gli eventi sono patrocinati da Società Geologica Italiana e Società Paleontologica Italiana.

    Il Prof. Steve Brusatte in posa con un cranio di Smilodon. ©S. Brusatte

    Professore all’Università di Edimburgo, Steve Brusatte è uno dei paleontologi più famosi e apprezzati della sua generazione. Ha dato il nome a più di quindici nuove specie di dinosauri e a diverse specie di antichi mammiferi. Specializzato in biologia evolutiva e anatomia dei dinosauri, ha pubblicato articoli su “Science” e numerose altre riviste scientifiche, collabora abitualmente con “Scientific American” e “The New York Times”. È consulente scientifico per la paleontologia di BBC e 20th Century Fox, nonché per la serie di film di Jurassic World. Oltre a Dinosaur Paleobiology (Wiley Blackwell, 2012), testo di riferimento per la sua disciplina, ha scritto il bestseller internazionale Ascesa e caduta dei dinosauri (Utet 2018).

    SADP – The Southern Alberta Dinosaur Project

    Dinosaur Provincial Park_ Foto D. Bonadonna

    In via del tutto sperimentale e per la prima volta, la scorsa estate l’Associazione Paleontologica APPI ha  avviato un progetto di collaborazione con il ROM (Royal Ontario Museum) e il Philip J. Currie Dinosaur Museum per un progetto di scavo paleontologico e prospecting geologico che ha coinvolto anche alcuni studenti italiani dell’Università Alma Mater di Bologna, le cui attività sono state supportate da APPI.
    Il progetto ha avuto come referenti scientifici i paleontologi David Evans (ROM) per l’area del Milk River, Manyberries e Corwin Sullivan (University of Alberta e Philip J. Currie Dinosaur Museum) per il progetto nell’area di Grande Prairie.
    Le attività di campagna si sono svolte nella regione dell’Alberta, in Canada, e le oltre tre settimane di permanenza ci hanno dato modo di apprezzare le bellezze e la varietà di questa regione da un punto di vista geologico ma anche paesaggistico, oltre che alla ricchezza di reperti fossili. 

    Gli studenti che ci hanno accompagnato in questa esperienza hanno provenienze formative differenti, e per questo motivo, le attività svolte sul campo sono state di carattere geo-paleontologico la prima e più specificatamente paleontologica la seconda.

    L’Alberta è al centro delle scoperte di dinosauri già dalla fine dell’800, quando diverse spedizioni del Geological Survey of Canada raccolsero ossa dei grandi rettili mesozoici nella parte più meridionale della regione. Quasi sempre i siti più produttivi e in generale gli esemplari più significativi e meglio preservati provenivano dai calanchi lungo il Red Deer River, in quello che oggi è giustamente chiamato Dinosaur Provincial Park. Per questa sua importanza, l’area all’interno e intorno al Dinosaur Provincial Park è stata quindi riccamente campionata, con oltre 400 scheletri di dinosauri articolati o associati raccolti da questa località in oltre un secolo di ricerche.

    La prima parte del nostro lavoro si è svolta dal 15 al 26 luglio, nell’area del Milk River lungo il confine con il Montana (USA).Il nostro team ha fatto parte di un progetto di ricerca sul campo che va avanti da diversi anni, organizzato e avviato dal Royal Ontario Museum (con la supervisione del Dott. David Evans) con i colleghi del Cleveland Museum of Natural History e del Royal Tyrrell Museum. Quest’area contiene alcuni dei più antichi sedimenti con faune a dinosauri in Alberta e ha il potenziale per rivelare nuove specie dei grandi rettili mesozoici per contribuire alla nostra conoscenza nell’evoluzione dei dinosauri del tardo Cretaceo, oltre a rappresentare una delle aree con la maggior biodiversità a dinosauri del mondo.

    Daspletosauru quarry_Foto di A. Giamborino

    La geologia e la paleontologia del tardo Cretaceo dell’Alberta sono state intensamente studiate, ma le ricerche sono state indirizzate principalmente verso aree con grandi quantità di siti affioranti facilmente accessibili, concentrando l’attenzione come già detto, sul Dinosaur Provincial Park.
    Nei livelli fossiliferi negli strati rocciosi della Dinosaur Park Formation sono presenti diversi turnovers faunistici che sono certamente dovuti a cambiamenti ambientali di queste aree. Lo studio quindi anche delle aree limitrofe al Dinosaur Provincial Park è importante per comprendere meglio le cause di questi cambiamenti e i loro reali effetti sulla fauna. Spostandosi nell’area più a sud dell’Alberta al confine con il Montana, nella regione del Milk River, i dati geologici e paleontologici sono però più scarsi ma comunque molto promettenti. Da questa zona infatti arrivano alcuni dei più antichi sedimenti a dinosauri in Alberta (Milk River, Foremost e Oldman Formation) nonché porzioni significative delle Oldman e Dinosaur Park Formation che sono equivalenti nel tempo alle sezioni esposte all’interno del Dinosaur Provincial Park e che quindi potrebbero contribuire ad una maggiore comprensione dell’area.

    Mappatura sito_Foto A. Giamborino

    Per questo motivo, il progetto di ricerca pluriennale sul campo, mira a eseguire un’indagine paleontologica completa di quest’area, con l’obiettivo di compilare un quadro biostratigrafico dettagliato per questa regione che possa essere confrontato direttamente con il ben noto Dinosaur Provincial Park e per documentare la fauna ancora poco conosciuta dei dinosauri della metà inferiore del Belly River Group e della Milk River Formation. 

    Nei prossimi articoli racconteremo quello che è stata la nostra esperienza sul campo, direttamente dalla penna di chi è stato più coinvolto, i nostri studenti!
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    All’Ombra del Supervulcano

    Il supervulcano di Bolzano – uno dei più grandi eventi vulcanici della storia del mondo – si estendeva da Merano a Trento con un diametro di circa 70 km ed è stato attivo più volte nell’arco di 12 milioni di anni. Riporta in vita questo mondo lontano una nuova mostra temporanea al Museo di Scienze Naturali.

    280 milioni di anni fa, nella zona dell’attuale Trentino-Alto Adige, si verificò un importante evento vulcanico. Questo Supervulcano è stato attivo per oltre 12 milioni di anni ed è uno dei dieci più grandi nella storia della Terra. I possenti depositi di porfido testimoniano ancora oggi della sua attività, mentre gli altri strati rocciosi intervallati raccontano di periodi di calma, durante i quali si sono insediate piante e animali. Alcuni di loro hanno lasciato tracce profonde.
    Grazie ai fossili, modelli di animali e una simulazione dell’eruzione, la mostra Caldera – All’Ombra del Supervulcano vuole riportare in vita questo mondo perduto.

    Quando?
    Dal 17 marzo al 4 febbraio 2024 presso il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige.

    Grazie a un progetto di ricerca, questi strati sono stati studiati dagli scienziati del Museo di Scienze Naturali di Bolzano che, in esse, hanno scoperto numerose tracce di animali e piante.
    La mostra offre uno spaccato della vita di un tempo, in cui nulla era come al giorno d’oggi.

    “Qualche istante prima…” – Tridentinosaurus ©Davide Bonadonna

    INFO MOSTRA
    Aperto tutti i giorni, tranne il lunedì
    ore 10:00 – 18:00 (ultima entrata alle ore 17:30)
    Chiuso: 01.05.2023, 25.12.2023, 01.01.2024
    Museo di Scienze Naturali dell‘Alto Adige
    Via Bottai 1,I-39100 Bolzano

    Ingresso intero: 7 €
    Ridotto: 5 €
    Bambine/i fino 6 anni: gratis
    BIGLIETTI FAMIGLIA:
    Minifamiglie (1 adulto con bambini
    fino a 16 anni): 7 €
    Famiglia (2 adulti con bambini
    fino a 16 anni): 14 €
    Gruppi (min. 15 persone): 5 €/persona
    Scolaresche: 1,50 €/studente
    PROPOSTE
    Per gruppi:
    Visite guidate di 1 ora nella mostra
    temporanea: 40 € (+ ingresso al museo)
    Per scolaresche:
    Offerte didattiche per le scuole: Per le
    singole proposte e i prezzi consultate
    www.school.natura.museum

    PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA!
    reservation@museonatura.it
    oppure Tel. 0471 412975
    lun – ven, ore 9:00–14:00
    Sito della mostra:
    www.natura.museum/it/mostre-temporanee/supervulcano/

    PODCAST: L’Estinzione dei Dinosauri

    A cura di Co.scienza
    https://trascienzaecoscienza.wordpress.com/


    L’episodio proposto riguarda l’estinzione di massa che 66 milioni di anni fa ha visto i protagonisti più celebri del Mesozoico: i dinosauri.
    PODCAST su Spotify

    L’asteroide, colpendo la piattaforma carbonatica dello Yucatán, con il conseguente rilascio di grandi quantità di particelle e gas nell’atmosfera, ha bloccato la radiazione solare e causato così condizioni di inverno permanente.
    Anche le eruzioni vulcaniche dei Trappi del Deccan, nell’attuale India, produssero notevoli quantità di polveri e gas, ma con effetti su scale diverse rispetto all’impatto extraterrestre. Diversi studi hanno dimostrato come le emissioni di gas serra da queste province magmatiche abbiano probabilmente causato diversi episodi di riscaldamento globale, prima, durante e dopo l’estinzione di massa.
    Ai microfoni il paleontologo Alessandro Chiarenza, autore dello studio pubblicato poche settimane fa sulla rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences)