Consentite una piccolissima citazione dei Queen (News of the World – 1977), visto che le ultime novità dal “mondo” dei crocodilomorfi arrivano proprio dal Regno Unito.
Un team di scienziati del National Museum Scotland, dell’ The University of Edinburgh e del Natural History Museum, London, con a capo il paleontologo italiano Davide Foffa, ha riportato l’attenzione su una specie di teleosauroidi ancora poco conosciuta e studiata: Teleosaurus megarhinus (Hulke 1871).
I teleosauroidi erano un gruppo molto diffuso di crocodilomorfi semi-acquatici che popolavano le faune costiere-marine e lagunari durante il Giurassico e Cretaceo inferiore.
Nei depositi Tardo-Giurassici di acque profonde, si registra però un’immediata diminuzione di questo gruppo sia in termini di diversità delle specie che nella loro abbondanza.
Pochi esemplari teleosauroidi sono presenti all’interno dei sedimenti di acque profonde della famosa Kimmeridge Clay Formation, una è ‘Teleosaurus’ megarhinus Hulke, 1871, specie poco studiata, dalla forma longilinea e con un muso molto affusolato (per avere un’idea, ricorda in parte l’aspetto degli attuali Gaviali). Tra le difficoltà maggiori nello studio, è che l’olotipo di questa specie è costituito da pochi elementi, solo un muso incompleto dell’animale, proveniente dalla zona di Kimmeridge, in Inghilterra. L’unico altro campione cui storicamente si faceva riferimento per la classificazione, è un cranio quasi completo proveniente da una zona leggermente più vecchia (a Quercy, in Francia) e correlabile con la Kimmeridge Clay Formation. La mancanza di dati sufficienti per una classificazione chiara, ha fatto si che la validità di questa specie fosse messa in discussione.
Lo scopo del lavoro pubblicato sulla rivista PeerJ (https://peerj.com/articles/6646/) –
che oltre all’italiano Davide Foffa vede il contributo di Michela Johnson, Mark Young, Lorna Steel e Steve Brusatte – è proprio quello di far luce su questo gruppo di animali ancora troppo poco conosciuto.I ricercatori hanno messo a confronto i fossili provenienti da tre diversi campioni: oltre all’olotipo della Kimmeridge Clay Formation, sono stati esaminati i fossili provenienti dal sito francese di Quercy e nuovi campioni provenienti dalla stessa località dell’olotipo, rappresentato da un rostro anteriore con tre osteodermi e la corona di un dente isolato, ma associato ai pezzi precedenti. Dalle osservazioni e dalle analisi filogenetiche effettuate, i ricercatori hanno concluso che tutti gli esemplari sono riferibili a quello che storicamente veniva chiamato ’Teleosaurus’ megarhinus e che la specie è quindi davvero un taxon valido. Ma vista la particolarità di adattamento della specie e le sue caratteristiche che lo distinguono in maniera sostanziale dal gruppo generico dei teleosauridi crocodilomorfi, i ricercatori hanno istituito un nuovo e più specifico genere: Bathysuchus, ad indicare che si tratta appunto di un genere di coccodrillo adattato a vivere in acque profonde.
Nell’ analisi filogenetica, il “nuovo” Bathysuchus megarhinus si trova molto vicino al taxon di Aeolodon priscus (in precedenza considerato più genericamente come Steneosaurus): in particolare Bathysuchus ha un’estrema riduzione dell’ornamentazione dermo-cranica e una riduzione nello spessore e nella dimensione degli osteodermi.
Queste caratteristiche morfologiche si ritrovano anche in Aeolodon, i cui reperti sono rappresentati da uno scheletro post-cranico ben conservato e in cui è possibile notare ulteriori caratteristiche che indicherebbero uno stile di vita diverso dagli altri teleosauroidi conoscuti. Oltre alle ornamentazioni poco appariscenti e osteodermi similarmente ridotti, gli scienziati hanno notato che le proporzioni degli arti di Aeolodon (i cui arti anteriori sono molto ridotti) sono simili a quelle dei metriorhynchidi. Questi crocodilomorfi, privi di osteodermi e lontani cugini dei teleosauroidi, erano completamente adatatti ad uno stile di vita in mare aperto. Sulla base di queste similitudini (convergenze evolutive), dalle caratteristiche nell’aspetto degli esemplari descritti e dai sedimenti marini profondi che li hanno preservati, i ricercatori ipotizzano che Bathysuchus+ Aeolodon sia il primo clade di teleosauroidi conosciuto che si è ben adattato a vivere in acque profonde, lontano dalla terraferma.
Copertina: Steneosaurus_ N. Tamura licensed under Creative Commons Attribution- ShareAlike (CC BY-SA)
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