Ritorna, a Bologna, l’ormai tradizionale appuntamento con il Geo-Dì, che si terrà anche quest’anno nella prestigiosa sede dell’Accademia delle Scienze, il 31 gennaio 2025. L’evento sarà preceduto da una visita guidata nel centro storico di Bologna, programmata per il pomeriggio del 30 gennaio.
Il Geo-Dì 2025 sarà anche l’occasione per commemorare il Prof. Alberto Castellarin, Professore emerito dell’Ateneo bolognese e Presidente della Società Geologica Italiana nel biennio 81-’82, recentemente scomparso.
La partecipazione al convegno è gratuita, ma è necessario confermare la vostra presenza scrivendo a storiageoscienze@socgeol.it entro il 20 gennaio 2025.
Programma del 31 gennaio 2025
Ore 9.30 – 13.00 SESSIONE SCIENTIFICA
(moderatori: Paolo Macini, Simone Fabbi, Marco Romano)
Saluti istituzionali e introduzione ai lavori: Luigi Bolondi (Presidente Accademia delle Scienze), Rodolfo Carosi (Presidente SGI)
Vincenzo Picotti – Un ricordo del Prof. Alberto Castellarin
Gian Battista Vai – Lettere di Quintino Sella a Giovanni Capellini all’Archiginnasio, Bologna (1861–1884)
Alessio Argentieri – Dagli Appennini alle Ande: storie di geologi, ingegneri ed esploratori italiani in Argentina
Marco Pantaloni, Fabiana Console – La cartografia geotematica della Dancalia nel fondo cartografico della Biblioteca ISPRA
Anna Giamborino – Mary Anning, una vita insolita
Ore 11.15 – 11.45: pausa caffè
Sandro Conticelli – L’evoluzione del concetto di provincia petrografica (magmatica) dall’Ottocento ad oggi
Paolo Sammuri – “Dei Vulcani o Monti Ignivomi” di Giovanni Targioni Tozzetti (1779)
Paolo Macini – L’Abate Stoppani in viaggio da Milano a Damasco (1874)
Pietro Mosca – Presentazione del Convegno della Sezione di Storia delle Geoscienze – Torino 2025
Ore 13.00 – 14.00: pausa pranzo* in loco
Ore 14.30 – 15.30 PRESENTAZIONE DEL VOLUME
“TEMPO PROFONDO – La storia della vita sulla Terra”
di Emiliano Troco, Fabio Manucci, Simone Maganuco, Leonardo Ambasciano (moderatori Simone Fabbi, Anna Giamborino)
Introduzione: Marco Romano Interventi degli autori: Fabio Manucci, Emiliano Troco
Esposizione dedicata al mondo della Paleoarte Una mostra organizzata da APPI – Associazione Paleontologica Paleoartistica Italiana e Animali Selvaggi
In collaborazione con
Museo Paleontologico di Montevarchi e Accademia Valdarnese del Poggio
Frames from Deep Time
9 – 21 dicembre 2024
Animali Selvaggi – Via Zamboni 74 Bologna
Durante la durata dell’esposizione sono previsti seminari ed incontri con il pubblico:
* 9 dicembre ore 18,30 PALEOARTISTI SI DIVENTA: riportare in Vita la Preistoria – con Davide Bonadonna (paleoartista) * 12 dicembre ore 18,30 DALLA PIETRA ALLA CARTA: storie di come figurare un sasso e altri strani oggetti – con Michela Contessi (conservatrice del Museo Geologico G. Capellini) * 17 dicembre ore 18,30 CARTOLINE DAL TEMPO PROFONDO: storie di Paleoartisti – con Fabio Manucci (paleoartista) * 19 dicembre ore 18,30 ALTRI MONDI – con Marco Muscioni (paleontologo)
Lunedì 8 luglio alle ore 17:30 avrà luogo l’inaugurazione del parco pubblico “Orto San Benedetto”, un progetto che nasce da un’idea dell’Amministrazione comunale della città di Gubbio. Intenzione della città Eugubina è di continuare ad investire sul segmento del turismo naturalistico e geopaleontologico, visto il collegamento con la vicinissima mostra Extinction, che racconta le grandi estinzioni verificatesi nel corso delle Ere geologiche, compresa quella dei dinosauri, e il geosito della Gola del Bottaccione, che lo scorso anno si è confermato un riferimento mondiale per tutta la comunità scientifica con l’attribuzione del Golden Spike. Tale sito, già meta di studiosi da tutto il mondo a partire dagli anni 30 del ‘900 , con la sua sequenza di rocce che testimonia anche la caduta sulla Terra del gigantesco asteroide che 66 milioni di anni fa causò l’estinzione di numerose specie (tra cui i celebri dinosauri).
Il parco pubblico “Orto San Benedetto” è stato riqualificato grazie al contributo del GAL Arte Umbria, all’interno dell’ AVVISO PUBBLICO P.A.L. ALTA UMBRIA 2014-2020 AZIONE 19.2.1.6 – Miglioramento dei servizi base ai visitatori e alla popolazione rurale- Bando Smart Villages (Misura 7.4.1 del PSR dell’Umbria 2014-2020), con il cofinanziamento del Comune di Gubbio.Il progetto di riqualificazione del parco pubblico, diretto dall’ Arch. Sebastiano Sarti, con un importo complessivo di circa €220.000 di cui circa €180.000 finanziati dal GAL, ha permesso di rimettere al centro il luogo che anticamente era l’orto del monastero benedettino, diventato negli ultimi anni uno spazio poco vissuto. Il Parco sarà uno spazio pubblico, aperto a tutti, ed in particolare alle famiglie e ai bambini che vogliono “immergersi” nel mondo dei dinosauri. Inoltre, il Comune di Gubbio ha siglato una convenzione con la mostra “Extinction. Prima e dopo la scomparsa dei dinosauri”, “Il ristorante San Benedetto” ed il bar gelateria “Il cinque colli”, al fine di collaborare congiuntamente alla manutenzione ed al rispetto di questa area restituita alla città.
La cerimonia inaugurale è prevista presso la sala Refettorio dell’ex Monastero di San Benedetto, all’interno della mostra Extinction. Interverranno il neo eletto Sindaco di Gubbio Vittorio Fiorucci, il Presidente del Gal Arte Umbria Mirco Rinaldi, l’Architetto Sebastiano Sarti, direttore e ideatore dei lavori di riqualificazione, il Paleontologo Simone Maganuco, curatore della mostra Extinction e rappresentante dell’Associazione Paleontologica APPI.
A seguito del taglio del nastro, ad ufficializzare la fruizione dei nuovi spazi della cittadinanza, gli operatori di Extinction realizzeranno insieme ai bambini “Pallondino”, il coloratissimo palloncino preistorico, ed il Paleontologo Simone Maganuco sarà a disposizione di tutti per rispondere a domande e curiosità legate ai dinosauri e tanti altri animali estinti. Con l’estrazione ufficiale del vincitore del Contest, svoltosi nelle scorse settimane grazie l’aiuto dei visitatori della mostra, il Sauropode di grandi dimensioni “arrivato” all’interno dell’Orto San Benedetto riceverà un nome.
La capacità di regolare la temperatura corporea, una caratteristica che tutti i mammiferi e gli uccelli hanno oggi, potrebbe essersi evoluta tra alcuni dinosauri già all’inizio del periodo Giurassico, circa 180 milioni di anni fa: questo è ciò che suggerisce un nuovo studio condotto da ricercatori della UCL – University College London e dell’Università di Vigo.
All’inizio del XX secolo, i dinosauri erano considerati animali lenti e “a sangue freddo” come i rettili moderni, che facevano affidamento sul calore del sole per regolare la loro temperatura. Scoperte più recenti indicano che alcuni tipi di dinosauri erano probabilmente in grado di generare il proprio calore corporeo, ma non si sa quando sia avvenuto questo adattamento.
Il nuovo studio, pubblicato oggi sulla rivista Current Biology, ha esaminato la distribuzione dei dinosauri nei diversi climi della Terra durante il Mesozoico (l’era che vide il dominio dei dinosauri e dei grandi rettili sul nostro pianeta e che durò da 230 a 66 milioni di anni fa), attingendo a 1.000 fossili, modelli climatici e geografici del periodo e agli alberi evolutivi dei dinosauri.
Il gruppo di ricerca ha scoperto che due dei tre principali gruppi di dinosauri, i teropodi (come T. rex e Velociraptor) e gli ornitischi (compresi i parenti dei mangiatori di piante Stegosaurus e Triceratops), migrarono verso climi più freddi durante il Giurassico inferiore, suggerendo quindi lo sviluppo dell’endotermia (la capacità degli organismi di generare calore internamente) già a partire da 180 milioni di anni fa. Al contrario, i sauropodi, l’altro gruppo principale che comprende il Brontosaurus e il Diplodocus, vivevano nelle aree più calde del pianeta.
Precedenti ricerche avevano scoperto caratteristiche legate al “sangue caldo” tra gli ornitischi e i teropodi, alcuni dei quali erano noti per avere piume o proto-piume, che avevano funzione isolante per il calore interno di questi animali.
Alfio Alessandro Chiarenza, dell’UCL Earth Sciences e primo autore dello studio pubblicato oggi, ha dichiarato: “Le nostre analisi mostrano che sono emerse diverse preferenze climatiche tra i principali gruppi di dinosauri intorno al Jenkyns Event, circa 183 milioni di anni fa, quando un’intensa attività vulcanica portò al riscaldamento globale e all’estinzione di diversi gruppi vegetali. In questo periodo emersero molti nuovi gruppi di dinosauri. L’adozione dell’endotermia, forse il risultato di questa crisi ambientale, potrebbe aver consentito ai teropodi e agli ornitischi di prosperare in ambienti più freddi, consentendo loro di essere molto attivi anche per lunghi periodi di tempo, di svilupparsi e crescere più velocemente e produrre più prole”.
La coautrice Sara Varela, dell’Università di Vigo, in Spagna, ha dichiarato: “I teropodi includono anche gli uccelli e, come evidenzia questo studio, la loro capacità di regolazione interna della temperatura corporea potrebbe aver avuto origine in questo momento del Giurassico inferiore. Nello stesso periodo, i sauropodi, che vivevano in climi più caldi, presentavano dimensioni gigantesche tra le caratteristiche più evidenti e ciò potrebbe rappresentare un altro possibile adattamento dovuto alla pressione ambientale. Il loro minore rapporto tra superficie e volume potrebbe significare, per queste creature di dimensioni ragguardevoli, perdita di calore a un ritmo ridotto, consentendo loro di rimanere attive più a lungo”.
Nello studio, i ricercatori hanno anche indagato se i sauropodi tendessero a rimanere a latitudini più basse anche per un fattore legato ai nutrienti, per mangiare fogliame più ricco non disponibile nelle regioni polari più fredde. Invece, si è scoperto che i sauropodi sembravano prosperare in ambienti aridi, simili alla savana. Tutto ciò rappresenta un ulteriore supporto all’idea che la loro restrizione ai climi più caldi sia legata principalmente ad un fattore termico, ad una temperatura più elevata e quindi a una fisiologia a “sangue freddo”. Le regioni polari, infatti, erano più calde di quelle attuali e caratterizzate da vegetazione abbondante, rappresentando quindi per i sauropodi una buona riserva di nutrienti.
Il coautore, il dottor Juan L. Cantalapiedra, del Museo Nacional de Ciencias Naturales (Madrid -Spagna) ha dichiarato: “Questa ricerca suggerisce una stretta connessione tra il clima e il modo in cui si sono evoluti i dinosauri. Getta nuova luce su come gli uccelli potrebbero aver ereditato un tratto biologico unico dagli antenati dinosauri e sui diversi modi in cui i dinosauri si sono adattati a cambiamenti ambientali complessi e a lungo termine”.
Lo studio ha coinvolto ricercatori dell’UCL, dell’Università di Vigo, dell’Università di Bristol e del Museo Nacional de Ciencias Naturales di Madrid, e ha ricevuto finanziamenti dal Consiglio europeo della ricerca, dal Ministero spagnolo della ricerca, dal Consiglio per la ricerca sull’Ambiente Naturale e dalla Royal Society.
Appuntamento immancabile ormai per gli appassionati di scienza e birra, torna, in 24 città italiane e in oltre 400 in tutto il Mondo, la manifestazione Pint of Science. In Italia, alla sua nona edizione, le Pinte di Scienza, porteranno nei pub i più recenti temi di attualità scientifica.
L’appuntamento più spumeggiante con la divulgazione scientifica torna in 76 pub e 24 città italiane nelle sere del 13, 14 e 15 maggio. Dalle sei città della prima edizione nel 2015 alle 24 città dell’edizione 2024: il ritmo è quello di una manifestazione sempre più amata per il suo modo informale di rendere la scienza un sapere condiviso.
La scelta dei topic sarà ardua tra i tradizionali temi sulla comprensione dell’Universo e dei suoi costituenti che rivestono sempre un fascino magnetico: innovazione tecnologica, sostenibilità, emergenza climatica e ambiente, al centro di molti talk, alcuni dei quali prendono spunto anche dalle tante iniziative di ricerca che vedono gli studiosi impegnati nei tanti progetti finanziati nell’ambito del Piano Nazionale Ricerca e Resilienza e dalla ricerca che si svolge presso le università. Come sempre il vero problema sarà la scelta, visto il parterre di relatori e le tematiche.
Durante ognuna delle tre serate, i pub coinvolti ospiteranno presentazioni interattive di circa 40 minuti seguite dalle domande del pubblico, in un’atmosfera resa colloquiale e distesa anche grazie alle birre spillate durante la conversazione.
Cuore pulsante dell’associazione sono anche i tantissimi volontari che fanno parte dei team locali che, con grande passione per la scienza e per il piacere di ritrovarsi insieme, organizzano questo evento.
Pint of Science è organizzato dall’associazione culturale no-profit “Pint of Science Italia” ed è un evento senza scopo di lucro a cui tutti collaborano su base volontaria, realizzato grazie ai team operanti in ciascuna città. Anche quest’anno un grazie speciale va all’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), che accompagna Pint of Science Italia dalla sua prima edizione con una sponsorizzazione su tutto il territorio. E anche all’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica), sponsor del tema Atoms to Galaxies, insieme ai neoarrivati NBFC-Centro Nazionale per la Biodiversità e OGS-Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, sponsor del tema Planet Earth, e al Partenariato Esteso per le Scienze e Tecnologie Quantistiche, NQSTI-National Quantum Science and Technology Institute, sponsor del tema Tech Me Out.
Pint of Science – La Storia, i numeri
Nel 2012 Michael Motskin e Praveen Paul erano due ricercatori all’Imperial College di Londra. Diedero vita ad un evento chiamato “Meet the researchers” (Incontra i ricercatori) nel quale alcuni malati di Parkinson, Alzheimer, malattia del motoneurone e sclerosi multipla potevano andare nei loro laboratori a vedere quale tipo di ricerca facessero. L’evento fu molto motivante sia per i visitatori che per i ricercatori. Pensarono che se le persone vogliono entrare nei laboratori e incontrare i ricercatori, perché non portare i ricercatori fuori ad incontrare le persone? E così nacque Pint of Science. Nel maggio 2013 si tenne la prima edizione di Pint of Science (nel solo Regno Unito) che ha portato al grande pubblico alcuni dei più rinomati ricercatori a raccontare il loro lavoro innovativo agli amanti della scienza e della birra.
In Italia, la manifestazione è sbarcata nel 2015 coinvolgendo per prime sei città – Genova, Trento, Siena, Roma, Pavia, Milano – addirittura più che triplicate nello spazio di pochissimi anni. Nel 2019, il festival si è svolto in contemporanea in ben 23 città italiane (Avellino-Sarno, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Ferrara, Genova, L’Aquila, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pisa-Lucca, Pavia, Reggio Calabria, Roma, Siena, Trento-Rovereto, Trieste e Torino) raggiungendo presenze da record e, dopo la cancellazione dell’edizione 2020, a causa della pandemia, nel 2021, per rimanere vicino al proprio pubblico, il festival è stato realizzato online con un formato molto coinvolgente. Dal 2022 il festival è tornato in presenza, e l’edizione 2024 che ci apprestiamo a vivere vede 24 città coinvolte e un numero sempre crescente di pub e di ricercatori. A livello internazionale sono 26 i Paesi coinvolte letteralmente in ogni angolo del mondo (Argentina,Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Croazia, Danimarca, Ecuador, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Kenya, Laos, Messico, Norvegia, Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Thailandia e Ungheria).
Dopo aver valutato attentamente tutte le candidature arrivate per il bando Canada Educational Expeditions 2024, siamo lieti di annunciare i nominativi dei vincitori.
Ringraziamo tutti i candidati per le candidature presentate, tutte redatte con cura e nel rispetto dei criteri indicati. Dato il numero elevato delle candidature pervenute e grazie ad un finanziamento aggiuntivo a favore del progetto, siamo felici di potervi informare che è stato deciso di aggiungere una terza borsa di studio per l’anno 2024.
I nomi dei candidati risultati idonei alla borsa, in ordine alfabetico, sono:
Cantelli Marta (Università di Padova) Tersigni Marco (Università di Bologna) Zennaro Francesca (Università di Padova)
Congratulazioni ai vincitori di questo bando, speriamo che possa essere una opportunità di crescita sia per noi che per voi.
Ringraziamo tutti i candidati per aver partecipato e ricordiamo che sarà possibile ripresentare la propria candidatura il prossimo anno.
I referenti Prof. Federico Fanti (Università di Bologna – FantiLab) Dott.ssa Anna Giamborino (Ass. Paleontologica APPI)
La provincia dell’Alberta (Canada) è al centro delle scoperte di dinosauri già dalla fine dell’800, quando diverse spedizioni del Geological Survey of Canada raccolsero ossa dei grandi rettili mesozoici nella parte più meridionale della regione. Quasi sempre i siti più produttivi e in generale gli esemplari più significativi e meglio preservati provenivano dai calanchi lungo il Red Deer River, in quello che oggi è chiamato Dinosaur Provincial Park. Sono passati molti anni e dopo molte stagioni trascorse in Alberta oggi sono ancora molte le risposte che cerchiamo. La provincia dell’Alberta è vasta e piena di località fossilifere importanti: noi siamo al lavoro principalmente in due aree molto diverse tra di loro. L’area di Grande Prairie, dove lavoriamo con il Philip J. Currie Museum e l’Università dell’Alberta, è una vasta regione dominata dalla foresta boreale. La valle del Milk River, al confine con gli Stati Uniti, è invece dominata da aride badlands e da molti anni collaboriamo con il gruppo coordinato dal dottor David Evans del Royal Ontario Museum di Toronto.
Le attività del progetto Canada Educational Expeditions cominciate nel 2022 e che finora hanno coinvolto gli studenti sono principalmente le seguenti:
Le collezioni museali Una delle prime attività è la visita alle collezioni dei musei locali. Di questi abbiamo visitato, sotto la supervisione dei rispettivi curatori, le collezioni del Royal Tyrrell Museum (Drumheller) e del Philip J. Currie Dinosaur Museum (Wembley). L’attività ha lo scopo di fornire agli studenti una conoscenza sulla valorizzazione delle collezioni museali custodite nel territorio di appartenenza, tenendo in considerazione la loro storia e la loro preparazione, i modelli di gestione attuali, il rapporto pubblico-privato e la legislazione di riferimento. I partecipanti hanno soprattutto la possibilità di vedere tutte le fasi di preparazione dei reperti, dal loro arrivo nei magazzini fino all’esposizione al grande pubblico.
Siti storici e nuovi siti di scavo Visto il coinvolgimento di studenti anche alle prime esperienze, dedichiamo molto tempo per mostrare il lavoro di scavo sul terreno. Si tratta di un lavoro lento e meticoloso che comincia con le prospezioni sul terreno e la scoperta di un’area promettente. Quando si decide di aprire un sito, le priorità sono la messa in sicurezza di ogni reperto e la meticolosa mappatura di ogni elemento scoperto prima del recupero e del trasporto.
Rilevamento geologico I giacimenti esaminati fanno parte di un contesto geologico complesso che deve essere parte integrante degli studi paleontologici che portiamo avanti. Lo studio delle successioni sedimentarie permette di capire l’età dei giacimenti e la loro posizione stratigrafica reciproca, ricostruire i paleoambienti, integrare informazioni sulla vegetazione e la temperatura del tempo e molto altro. Nell’area di Grande Prairie l’unità di riferimento è la Wapiti Formation (Campaniano-Maastrichtiano). Nell’area della Milk River Valley le unità di riferimento sono la Oldman Formation e la Dinosaur Park Formation (Campaniano).
Prospezioni paleontologica La ricerca di nuovi siti fossiliferi per l’organizzazione di scavi e per progetti di studio e raccolta fossili permette di valutare nuove aree di lavoro, testarne l’accessibilità e di acquisire buone capacità di riconoscimento dei fossili anche per i meno esperti. Ogni nuovo sito è mappato tramite GPS, fotografato e descritto in maniera efficace. Alcune delle aree coinvolte sono frutto di segnalazioni o monitoraggi delle campagne degli anni precedenti. La raccolta del materiale paleontologico, proveniente dalle aree in esame, viene confrontata, identificata e catalogata alla fine di ogni giornata lavorativa e di ogni spedizione.
Siamo felici di comunicare che anche per l’estate 2024 APPI e il FantiLab – VertPaleo Bolognaforniscono borse di studio per studenti delle università italiane.
Sono disponibili n° 2 borse di studio per partecipare alle ricerche legate al Southern Alberta Dinosaur Project (SADP), coordinato dal prof. David Evans del Royal Ontario Museum di Toronto per la componente paleontologica e dal prof. Federico Fanti per la componente geologica.
Le attività del progetto sono previste per la seconda metà del mese di Luglio 2024 con date da definirsi in base alla disponibilità verificata in agenzia di viaggio.
Il bando è aperto a studenti con formazione in Scienze Geologiche, Scienze Biologiche e Scienze Naturali attualmente iscritti ad una Laurea Magistrale pertinente a tematiche geologiche e paleontologiche. Le linee di ricerca del progetto includono: stratigrafia, paleontologia, paleoecologia, museologia scientifica. La scadenza per la presentare la domanda di partecipazione è fissata al 30 aprile 2024. Per scaricare il bando ti invitiamo a visitare il sito https://site.unibo.it/vertebrate-paleontology/it nella sezione Educational Expeditions.
L’Accademia Valdarnese del Poggio e il Museo Paleontologico di Montevarchi organizzano e promuovono il Premio Italiano di Paleoarte, arrivato alla quarta edizione.
Cos’è il Premio Italiano di Paleoarte
Il Premio Italiano di Paleoarte è una competizione artistica il cui scopo è diffondere la conoscenza della Paleoarte, quale rappresentazione della vita preistorica con varie tecniche artistiche, offrendo anche una vetrina ai paleoartisti professionisti e non.
Le opere inviate per la quarta edizione 2024 faranno parte di una originale mostra artistica che sarà inaugurata il 12 Ottobre 2024.
NOVITÀ 2024: in occasione della quarta edizione del Premio viene introdotta la categoria Progetti. In questa nuova categoria rientrano tutte le creazioni che non possono essere rappresentate con una singola immagine: i progetti dovranno essere raccontati tramite la creazione di un poster. I progetti selezionati verranno esposti in occasione della mostra, in una sezione dedicata.
Le opere paleoartistiche classiche verranno inserite nella categoria “Illustrazioni”.
Scadenza
La competizione, con il conseguente invio delle illustrazioni e/o del progetto da parte degli artisti, avrà inizio venerdì 1 Marzo 2024 e terminerà sabato 31 Agosto 2024. Tutti i lavori saranno valutati da una giuria composta da persone influenti della scena paleontologica italiana e internazionale.
Esito e Premi
Sono previsti un primo, secondo, terzo posto per gli “adulti” nella categoria “Illustrazioni”, con relativo premio in denaro. È previsto un premio per uno degli autori della categoria “Artisti in erba”. È previsto un premio per il miglior lavoro iscritto alla categoria “Progetti”, che prevede una presentazione in pubblico. Il 12 Ottobre 2024 saranno comunicati i nomi dei vincitori e verrà organizzata una premiazione ufficiale.
Scarica il regolamento QUI Scarica il modulo dedicato alla categoria Illustrazioni QUI Scarica il modulo dedicato alla categoria Progetto QUI Scarica il modulo dedicato alla categoria Giovani Paleoartisti QUI
Geology for a sustainable management of our Planet è il congresso congiunto organizzato dalla Società Geologica Italiana (SGI) e dalla Società Italiana di Mineralogia e Petrologia (SIMP) e che si svolgerà a Bari dal 3 al 5 settembre 2024 .
Le tre giornate congressuali saranno articolate in sessioni scientifiche parallele, conferenze plenarie di studiosi di rilievo internazionale, tavole rotonde e workshop su tematiche chiave delle Geoscienze nonché sul loro contributo a temi ad alto impatto geologico-sociale. Come per la cerimonia di apertura, i temi congressuali dedicheranno attenzione anche alla divulgazione delleGeoscienze come strumento per la formazione del cittadino, per un futuro sostenibile del Pianeta.
Se siete impegnati nella divulgazione delle geoscienze o desiderate affinare le strategie di comunicazione, vi invitiamo a presentare il vostro contributo alla sessione:
La scadenza per la sottomissione degli abstract in inglese è fissata venerdì 26 aprile alle ore 19:00.
Verranno presi in considerazione i metodi di comunicazione tradizionali, come la narrazione, il linguaggio e la visualizzazione, nonché le strategie digitali emergenti come la citizen science, i social network e le app.
Sono benvenuti anche approcci non convenzionali, come le arti visive, la letteratura, i fumetti, la musica e le performance per trasmettere informazioni scientifiche e la presentazione di opere artistiche ispirate alle Scienze della Terra.
Per dubbi non esitate a contattarci!
CONVENERS: Valeria Giampaolo (CNR), Ortensia Amoroso (Università degli Studi di Salerno), Rosa Coluzzi (CNR), Giacomo Eramo (Università di Bari Aldo Moro), Marco Romano (Sapienza, Università di Roma), Anna Giamborino (APPI, Associazione Paleontologica e Paleoartisca Italiana).
Festival della Scienza e della Curiosità III Edizione
Pensa Tu: dal 23 marzo una nuova edizione del festival della scienza di Cosenza
Pensa Tu, Festival della Scienza e delle Curiosità torna in primavera con la sua terza edizione.
La terza edizione del primo Festival della Scienza della Calabria si svolgerà al Parco Acquatico Santa Chiara di Rende (CS) sabato 23 e domenica 24 marzo 2024. Confermati anche per quest’anno due matinée riservati alle scuole, ricchi di attività e laboratori adatti ai visitatori più piccoli, che si terranno a seguire lunedì 25 e martedì 26.
Pensa Tu è il primo grande Festival dedicato alla Scienza in Calabria. Nelle precedenti edizioni, infatti, oltre novemila sono i visitatori accorsi per partecipare all’iniziativa. Secondo i dati condivisi dagli organizzatori: il 40% del pubblico è residente nel territorio di Cosenza, il 35% in comuni limitrofi e il 25% proviene dal resto della Calabria o da fuori regione.
Ad oggi, l’evento ha coinvolto più di 50 ospiti tra i divulgatori, scienziati e docenti universitari più celebri e seguiti nel panorama scientifico italiano. Dato che si andrà ad incrementare quest’anno con altri numerosi esperti provenienti da diversi settori scientifici. Insieme a loro, tante mostre, modelli a grandezza naturale di animali preistorici e altri attualmente presenti sul nostro pianeta attendono i futuri visitatori dell’evento.
L’obiettivo di queste quattro intense giornate è quello di dare a tutti i presenti l’opportunità di un confronto diretto con alcune tra le migliori realtà scientifiche attualmente presenti in Italia. Si parlerà tanto anche dei nostri mari, degli animali che li popolano e della loro salvaguardia. Inoltre, alcune attività e conferenze saranno dedicate all’Intelligenza Artificiale, così soddisfare tutte le curiosità in merito a nuove scoperte in merito a questo vasto mondo in continuo sviluppo. Pensa Tu si fa inoltre contenitore anche delle numerose realtà locali presenti sul territorio calabrese, dando loro l’occasione di entrare a far parte del parco fieristico. Tutti i dettagli a riguardo sono disponibili sul sito ufficiale: www.pensatu.it